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autore
brano
 
Cicerone
I doveri, III, 17
 
originale
 
[17] Quocirca nec id, quod vere honestum est, fas est cum utilis repugnantia comparari, nec id quod communiter appellamus honestum, quod colitur ab iis, qui bonos se viros haberi volunt, cum emolumentis umquam est comparandum tamque id honestum, quod in nostram intellegentiam cadit, tuendum conservandumque nobis est quam illud, quod proprie dicitur vereque est honestum, sapientibus; aliter enim teneri non potest, si quae ad virtutem est facta progressio. Sed haec quidem de his, qui conservatione officiorum existimantur boni.
 
traduzione
 
17. Per questo non ? lecito paragonare con ci? che si oppone all'utile quanto ? veramente onesto, e neppure quanto chiamiamo comunemente onesto, che ? praticato da quelle persone che vogliano esser ritenute oneste, si deve mai paragonare coi vantaggi materiali; si deve difendere e conservare da parte nostra tanto quell'onesto che rientra nell'ambito della nostra intelligenza, quanto quello che ? detto con propriet? e verit?, onesto da parte dei sapienti; altrimenti non ? possibile conservare gli eventuali progressi compiuti sulla via della virt?. Ma questi suggerimenti riguardano coloro che sono stimati buoni per l'adempimento continuo dei loro doveri.
 

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